Mantra è una parola sanscrita che ha un etimologia ben precisa:
Man, da manas = mente
Tra, da trae = liberare
E’ quindi uno “strumento” che permette di liberare la mente e allo stesso tempo un suono particolare che, ripetuto ritmicamente, ha il potere di rallentare le onde cerebrali portando la mente in uno stato di quiete. Nascono nella più antica tradizione Vedica secondo cui gli antichi Yogi, tramite le lunghe meditazioni nel silenzio dei luoghi di ritiro, hanno potuto sentire e codificare una serie di suoni la cui frequenza è in grado di calmare la mente umana. Sviluppando la capacità di ascoltare oltre, nel profondo, gli antichi Rishi sono
riusciti a scoprire tutti i suoni interiori e a classificarli. Da questa classificazione è nato l’alfabeto sanscrito composto da 50 lettere come le 50 vritti (fluttuazioni della mente) del sistema sottile. Ognuna di queste vritti corrisponde a una vibrazione legata a una tendenza mentale. I mantra sono quindi sequenze di sillabe composte dalle lettere dell’alfabeto sanscrito che vanno a formano suoni con specifiche caratteristiche:
- Incantativo: deve essere in grado di produrre una risonanza sulle strutture sottili del sistema corpo-mente. Il mantra deve appunto essere in grado di “incantare la mente”.
- Pulsativo: deve essere in grado di pulsare col ritmo entitativo. Il mantra deve essere una composizione di sillabe che possono distribuirsi equamente sulla nostra ritmica vitale.
- Ideativo: deve avere un significato. Ogni mantra ha in se il seme di un’idea, un concetto su cui possiamo appoggiare la nostra per far espandere la coscienza.
Il mantra è un mezzo per arrivare a meditare in modo profondo e naturale. Una serie di essi legati alla tradizione del Tantra permette di poter meditare con buoni risultati. Tra i mantra più antichi e conosciuti ricordiamo l’Asatoma e il Gayatry.