L’Ashtanga Yoga: Gli otto Rami dello Yoga

Lo Yoga è una scienza millenaria che ha come suo testo cardine di riferimento gli Yoga Sutara di Patañjal, una raccolta di 196 sutra (aforismi) divisa in quattro libri. Questo testo filosofico indiano traccia in modo preciso il

rappresentazioni di Patanjali

percorso attraverso il quale lo yogi (il praticante di yoga) può arrivare all’illuminzione. Lo Yoga descritto da in questo libro viene anche denominato Ashtanga Yoga alludendo alle otto (ashta) membra (anga) da cui è costituito. Un vero e proprio percorso che si sviluppa durante la pratica, insegnamenti antichi oggi più che mai attuali.

Le Pratiche:

All’interno di Yama e Niyama, i comportamenti etici verso se stessi e verso gli altri troviamo questi sottogruppi:

Yama

Le sei “astensioni” o meglio ancora le cose su cui avere il controllo

Niayama

Le cinque “osservanze”

Asana

La pratica delle asana nello Yoga Tradizionale ha loscopo di portare il sadaka (ricercatore spirituale) a mantenere
comodamente la posizione per le lunghe ore di meditazione,  Patanjali scrive negli Yoga Sutra: “sthira sukham asanam”, la posizione va mantenuta comodamente e consapevolmente.

Pranāyāmā

Tecniche respiratorie dedicate al controllo dell’energia vitale del corpo e della mente come conseguenza.

Pratyāhāra

La pratica della ritrazione della mente dal mondo esterno, dal corpo e dai livelli più grezzi di essa.

Dhāranā

La concentrazione, la capacità di riportare la mente sull’oggetto della propria meditazione.

Dhyāna

Lo stato in cui la mente, priva di distrazioni, si abbandona alla meditazione.

Samādhi

Quando colui che contempla, l’oggetto contemplato e l’atto di contemplare si fondono, viene raggiunta
l’Unione, lo Yoga. Il Samadhi pur essendo uno stadio che viene raggiunto, può diventare una pratica per colui che
medita regolarmente.


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